domenica 23 giugno 2013

LE STELLE SONO DISTANTI: MA QUANTO?

Sappiamo ormai tutti che i puntini luminosi che vediamo di notte, con il cielo sereno, sono le stelle.  Noi le vediamo come puntini luminosi: questo è dato dall'enorme distanza in cui si trovano che, però, ci obbliga a studiarle senza poterle raggiungere ed esplorare, o quantomeno arrivarci a una distanza come il nostro Sole.
Però che questi astri siano distanti è del tutto intuitivo, ma quanto  grandi siano le distanze ci sono voluti molti secoli per soddisfare la nostra domanda.
Già dagli antichi Greci in poi si volle conoscere le distanze delle stelle e non si arresero all'evidenza di non poter fare una misura diretta e si inventarono un sistema. La prima prova la fecero misurando la distanza del Sole. Anche noi, come i popoli antichi, abbiamo messo a punto un metodo geometrico per fare questa misura: si tratta del metodo della Parallasse Trigonometrica. Il principio su cui esso si basa è il fatto che la Terra, muovendosi attorno al Sole (giro di rivoluzione), una stella appare in diversi periodi in posizioni diverse rispetto allo sfondo di altre stelle più lontane.
Immaginiamo di osservare una stella in un certo momento in cui la Terra si trova in una data posizione intorno al  Sole: torniamo, dopo 6 mesi, ad osservare la stessa stella dopo che la Terra ha percorso metà della sua orbita, questa la vedremo in una posizione leggermente diversa.
E' possibile misurare lo spostamento usando come riferimento altre stelle più lontane per cui l'effetto di spostamento è trascurabile. Se ora consideriamo il triangolo rettangolo avente la Terra, il Sole e la stella come vertici, di esso conosciamo il lato Terra-Solee un angolo: la Parallasse (P). Per ricavare il lato incognito che non conosciamo Terra-Stella A usiamo una formula trigonometrica e così conosciamo la distanza della stella. La parallasse è un angolo piccolissimo: meno lontana è la stella e maggiore sarà l'angolo, comunque  nessuna stella sarà  così vicina da avere una parallasse che raggiunge il secondo d'arco.
un secondo d'arco è un 3600mo di grado. Si chiama Parsec (=Parallasse Secondo): Per avere una parallasse di un secondo d'arco una stella deve essere a 3,26 anni luce. Un esempio: La stella a noi più vicina la Proxima Centauri ha una parallasse di poco al di sotto del secondo d'arco, a cui corrisponde una distanza un po' maggiore di un parsec, cioè precisamente a 4,3 anni luce. Questo sistema funziona con le stelle non troppo distanti altrimenti l'angolo di parallasse diverrebbe talmente ristretto da non essere rilevabile  strumentalmente. Allora si ricorrono ad altri metodi.
Nel prossimo futuro vi informerò come si misurano le distanze delle galassie: un metodo totalmente diverso in quanto le galassie sono a distanze molto maggiori e che si stanno muovendo sia in direzione del Sistema Solare (blue-shift) oppure si stanno allontanando (red-shift).
Ecco qua sotto lo schema della Parallasse Trigonometrica:

Schema di Parallasse Trigonometrica

BAROMETRO CLASSICO, ANEROIDE. LA TARATURA

Barometro classico, ANEROIDE,  La pressione si misura in "hectopascal (hPa)

Quando acquistiamo o ci viene regalato un barometro la prima operazione da fare è quella di tararlo. 
Ora vi spiego la procedura per tararlo.
Importante: le scritte lungo la circonferenza interna: Bel Tempo, Variabile,  ecc. non servono a nulla e non hanno nessun senso in quanto risalgono al suo primissimo impiego secondo una legge erronea.
Esempio: abbiamo la pressione atmosferica con un valore di 1025 hPa (scritta    
              Bel Tempo): ma se passata qualche ora segna 1011 hPa (scritta Va-
              riabile) il tempo non sarà affatto variabile, ma molto più probabil-
              mente sarà pioggia con venti forti in quanto la differenza di pres-
              sione è stata notevole.
Il barometro aneroide , così viene definito, dovrebbe servire a valutare le variazioni della pressione. Per questo sono dotati di un secondo indice (lancetta), regolabile, di colore giallo. 
Tale indice deve essere portato, al mattino e alla sera, in corrispondenza dell'indice nero (che indica la pressione); così alla sera e al mattino successivo si può valutare la variazione positiva o negativa della pressione.